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Questo volume si propone di affrontare la patologia depressiva in relazione alle differenze di genere, ai modelli interculturali di riferimento, alle grandi stagioni della vita e al dolore psichico a esse inevitabilmente associato. Nel suo sviluppo, il convegno dal quale trae spunto il volume ha dunque proposto una riflessione di più ampio respiro nel tentativo di superare il riduzionismo biologistico o psicologizzante per approdare a un modello di pensiero che in primis si interroghi sulle ragioni della cura e sulle storie dei curanti, sui modelli di benessere consci e inconsci, sul significato della vita e della morte, della felicità, della sofferenza. In tal senso è apparso fortemente stimolante il nuovo approccio alla relazione medico-paziente derivato dalla medicina narrativa. Come scrive Duccio Demetrio, "la medicina narrativa valorizza i momenti dell'ascolto e dell'accompagnamento terapeutico confidando sulla funzione curativa della parola sia orale che scritta a integrazione delle pratiche cliniche. Si rivela particolarmente utile nell'affrontare sindromi depressive connesse a disagi esistenziali non sempre trattabili con le pratiche soltanto farmacologiche".